IL PADRE

Quando si parla di padre, erroneamente si pensa sia immediato sentirsi papà, ma l’atto biologico non è sufficiente per sentirsi padre, potrebbe essere necessario un secondo atto da parte del papà, come se stesse a simboleggiare il riconoscimento della propria paternità e genitorialità, come se stesse dicendo a suo figlio:  “tu sei mio figlio” oppure come se dicesse a se stesso “io sono tuo padre”. E’ come se in questi momenti il padre riconoscesse la sua responsabilità illimitata nei confronti del proprio figlio, poiché la venuta al mondo di un figlio può cambiare la veduta del mondo da parte di chi lo vede, diverso da come era prima. Si potrebbe definire la paternità come un “dono di responsabilità illimitata senza diritto alla proprietà” ? (cit. Recalcati).

Il padre ha la possibilità di mostrare ai propri figli la ricchezza della vita e non insegnarla o spiegarla, poiché questo potrebbe risultare insopportabile per qualche figlio; ci ricordiamo di un padre che poteva essere violento, forte, dittatoriale, quasi una rappresentazione folle e sadica della paternità, che non ha nulla a che vedere con l’essenza della paternità di oggi.

Il padre non è uno spermatozoo, questo non basta per essere padre, non basta essere uomo o virile. Il padre è il papà che sceglie di essere padre.

Che cosa è un padre? “Simbolo della legge e custode del senso del limite della vita umana”, come diceva FREUD. Legge che dovrebbe essere intesa come guida alla vita non una funzione sadica come succedeva in passato. Il padre quindi si fa da sostegno per il figlio, sostegno del desiderio di vita e di esperienza. Il papà è come se fosse il volto umano di “legge”, non dovrebbe essere inteso come un “grande fratello” che ha più un funzione persecutoria, il suo compito è umanizzare la legge e per umanizzarla bisogna renderla un pò  cieca, non bisogna vedere tutto, quindi il padre è colui che “sa non vedere”. (cit.Recalcati)

Però nel tempo che viviamo, è come se ci fosse una rottura di questa figura simbolica che rappresenta il padre, è come se queste figura stesse sfumando, come se si stesse rendendo inconsistente. E’ possibile che il padre possa essere intimorito o confuso da quello che dovrebbe essere il suo ruolo? Adesso in questa società come dovrebbe essere un padre? In una società in cui i figli e i padri sono sempre più vicini, in cui i ruoli a volte sembrano essere sbiaditi..

Abbiamo figli che parlano come i padri e i padri che parlano come i figli, figli che si vestono come i padri o padri che si vestono come i figli, padri che giocano con i giochi dei figli…

Cosa stiamo vivendo? Una rivoluzione antropologica? Perché sono le leggi della famiglia che debbono adattarsi a quelle del figlio?

SEMBRA CHE IL PADRE in questa società abbia perso la sua consistenza, se il padre non è più quella figura autoritaria di una volta, allora che cosa è? Il padre che mostra attraverso la sua vita che la vita può avere un senso, proteggendo e accudendo la vita del figlio, quindi il padre diventa una figura accogliente, mostrando anche la sua vulnerabilità e umanità.

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